Quali sono i vantaggi fiscali di un fondo pensione

vantaggi fiscali fondo pensione
vantaggi fiscali fondo pensione

I fondi pensione come Fondoposte rappresentano uno dei pilastri della previdenza italiana; infatti, pur trattandosi di forme di gestione del risparmio previdenziale, alle quali i lavoratori possono aderire su base volontaria, lo Stato italiano riconosce loro un ruolo centrale per il funzionamento del sistema previdenziale.

In un Paese come il nostro, soggetto al progressivo invecchiamento della popolazione e con pensioni pubbliche che difficilmente riusciranno a offrire un tenore di vita adeguato alle mutate esigenze della popolazione più anziana, i fondi pensione negoziali risultano infatti sempre più importanti.

Per questo lo Stato riconosce una serie di vantaggi fiscali ai lavoratori che scelgono di aderire a questa forma di previdenza complementare.

In questo articolo vedremo come funziona la deduzione fiscale dei contributi versati al fondo pensione ogni anno, quali sono le aliquote di vantaggio applicate ai rendimenti e, infine, come funziona la tassazione della pensione integrativa, dei riscatti e delle anticipazioni.

Deduzione fondo pensione: beneficio fiscale in fase di contribuzione

Iniziamo con l’agevolazione fiscale riconosciuta agli aderenti ai fondi pensione come Fondoposte fin dal primo anno di iscrizione: la deduzione dei contributi.

Questo vantaggio è fruibile immediatamente e consente di utilizzare i contributi versati al fondo per abbattere il reddito imponibile ai fini IRPEF, diminuendo di conseguenza l’imposta da versare.

Per i lavoratori dipendenti che aderiscono a un fondo pensione negoziale, inoltre, la deduzione avviene direttamente in busta paga, senza attendere la dichiarazione dei redditi per ridurre il reddito imponibile e fruire del beneficio.

I contributi sono deducibili entro il limite annuo complessivo di 5.164,57 euro.

Nel dettaglio, è possibile dedurre:

  • i contributi propri del lavoratore, versati nella misura minima dell’1% della retribuzione (aliquota che l’aderente di Fondoposte può anche scegliere di incrementare) e trattenuti direttamente in busta paga;
  • i contributi aggiuntivi a carico del datore di lavoro, nella misura del 2,3% della retribuzione (questi si attivano soltanto nel caso in cui il lavoratore scelga di versare i contributi indicati al punto precedente);
  • i contributi del lavoratore versati una tantum tramite bonifico.

Si esclude dal conteggio la sola contribuzione fatta mediante TFR, che segue regole fiscali differenti.

Cosa succede se i contributi superano i 5.164,57 euro?

L’aderente, durante l’anno, potrebbe aver versato a Fondoposte contributi per un importo superiore al limite di deducibilità fissato a 5.164,57 euro.

Cosa accade dunque ai contributi non dedotti?

Entro il 31 dicembre dell’anno successivo al versamento, l’aderente deve comunicare al Fondo gli importi non dedotti. Il Fondo terrà conto del totale delle mancate deduzioni e, al momento della prestazione, sottrarrà questi importi dall’imponibile.

Come funziona la deduzione fiscale per i giovani?

I giovani possono godere di una extra deduzione fiscale. Se, nei primi cinque anni di partecipazione, i giovani aderenti a Fondoposte versano importi inferiori a 5.164,57 euro annui, possono godere di un maggior limite di deducibilità nei periodi successivi.

Dal sesto anno di adesione e per i venti anni successivi, infatti, potranno dedurre un importo pari alla somma di 5.164,57 euro più un’extra deduzione annua pari a un massimo di 2.582,29 euro.

Facciamo un esempio, per chiarire meglio:

  • il neo iscritto versa 2.000 euro di contributi ogni anno per cinque anni;
  • per cinque anni non ha dedotto, dunque, 3.164,57 euro l’anno (la differenza tra 5.164,57 e 2.000), per un totale di 15.822,85 euro, che diventano la sua extra deduzione futura;
  • dal sesto anno in poi, il nostro aderente potrà attingere a quei quasi 16mila euro per ottenere un’extra deduzione di massimo 2.582,29 euro annui oltre i consueti 5.164,57 euro.

In sostanza, una volta avviata la carriera lavorativa e per i successivi venti anni, l’iscritto potrà beneficiare della deduzione fiscale potenziata che abbatte significativamente il reddito imponibile e consente di pagare minori imposte.

Leggi anche la nostra Guida alla deducibilità del fondo pensione in fase di dichiarazione

Tassazione agevolata sui rendimenti

In fase di gestione, l’aderente a un fondo pensione ottiene dei rendimenti attraverso l'investimento del capitale accumulato sulla propria posizione individuale.

Anche sui rendimenti lo Stato italiano prevede un regime fiscale di favore se paragonato a quello che si applica a tutte le altre forme di investimento.

Ai rendimenti ottenuti dal fondo pensione, vengono infatti applicate le seguenti aliquote:

  • 12,50% per i Titoli di Stato italiani o quelli a essi equiparati;
  • 20% per tutti gli altri strumenti finanziari che compongono le diverse linee di investimento del fondo.

Ricordiamo che per i Titoli di Stato la tassazione è sempre pari al 12,50%, invece per tutti gli altri tipi di investimento l’aliquota è pari al 26%, dunque investendo in un fondo pensione si ricava un notevole vantaggio fiscale.

Infine, è bene sapere che la tassazione sui rendimenti è definitiva, dunque questa parte del montante accumulato nel fondo non verrà nuovamente assoggettata ad imposizione fiscale in fase di prestazione (pensione integrativa, riscatti o anticipi).

Leggi anche il nostro articolo Come Fondoposte investe i contributi degli aderenti.

Vantaggi fiscali sulle prestazioni del fondo pensione

Le agevolazioni riguardano anche le diverse prestazioni riconosciute dal fondo ai propri aderenti.

Vediamo quali e come.

1. Prestazione finale: rendita e capitale

Iniziamo con la tassazione della prestazione finale di previdenza complementare, sotto forma di capitale o rendita, che può essere riconosciuta a partire dal momento in cui l’aderente matura i requisiti necessari per ottenere la pensione pubblica.

A questa prestazione si applica un’aliquota pari al 15%, che si riduce di 0,3 punti percentuali per ciascun anno di adesione a una forma pensionistica complementare oltre al quindicesimo, fino a un minimo del 9%. Considerando che l’aliquota minima IRPEF è attualmente pari al 23%, è un grande vantaggio.

2. Riscatto

La posizione individuale, poi, può essere riscattata in tutto o in parte, al verificarsi di determinate condizioni.

Il riscatto parziale al 50% può essere richiesto nei casi di:

  • perdita del lavoro che comporti l’inoccupazione per un periodo compreso tra 12 e 48 mesi;
  • procedure di mobilità;
  • cassa integrazione guadagni ordinaria o straordinaria;
  • procedura di esodo incentivato.

Per ottenere il riscatto totale, invece, occorre essere in una delle seguenti situazioni:

  • invalidità permanente che comporti la riduzione delle capacità di lavoro a meno di un terzo;
  • perdita del lavoro che comporti l’inoccupazione per un periodo di tempo superiore a 48 mesi;
  • perdita dei requisiti di partecipazione (ad esempio in caso di cambio di lavoro che comporti il passaggio a un diverso CCNL).

L’imposizione fiscale applicata al riscatto dopo il pensionamento dipende dal tempo di permanenza nel fondo. Vediamo meglio:

  • per una permanenza in Fondoposte, o in altra forma di previdenza complementare, da meno di 5 anni, il riscatto è tassato al 23%;
  • superati i 5 anni, invece, le somme riscattate sono tassate al 15% con aliquota che si riduce di 0,3% per ogni anno successivo al quindicesimo anno di iscrizione alla previdenza complementare, fino a un minimo del 9%.

Per approfondire, invitiamo a leggere l’articolo Riscatto Fondoposte: come funziona?.

3. Anticipazioni

A determinate condizioni, poi, è possibile ottenere anche delle anticipazioni, che aiutano l’aderente ad affrontare spese importanti o eventuali imprevisti che dovessero verificarsi anche prima del pensionamento.

In particolare:

  • per spese sanitarie per sé o i propri familiari;
  • per acquisto o ristrutturazione della prima casa di abitazione per sé o per i figli;
  • per esigenze non documentate.

L’anticipazione è tassata con aliquota pari al 23%, a eccezione di quella destinata alle spese mediche alla quale si applica un’aliquota del 15% che si riduce di 0,3 punti percentuali a partire dal quindicesimo anno di permanenza in una forma di previdenza complementare, fino a un minimo del 9%.

Per trarre il massimo beneficio dalle agevolazioni fiscali qui esposte, ricordiamo che un’adesione in giovane età, fin dal primo impiego per sé e fin dall’infanzia per i propri figli, è la strategia migliore.

Per un approfondimento sul tema leggi il nostro articolo Fondo pensione e giovani: perché aderire fin da subito

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari - prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’ della Nota informativa.

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