Legge di Bilancio 2024: le misure principali

Legge di Bilancio 2024: le misure principali
Legge di Bilancio 2024: le misure principali

La legge di Bilancio 2024 - cioè la legge dello Stato che, annualmente, definisce gli indirizzi di entrate e uscite del Paese - dedica gran parte dei propri provvedimenti ai fondamentali temi del lavoro e della previdenza.

In questo articolo vedremo quali sono le nuove previsioni che coinvolgono lavoratori e pensionati, per poi approfondire i nuovi requisiti per l’eventuale uscita anticipata dal mercato del lavoro.

Su questo fronte, dedicheremo particolare attenzione a Quota 103, Opzione donna e APE sociale, rilevando una limitazione delle possibilità di pensionamento anticipato.

Vedremo, infine, in che modo l’adesione a Fondoposte può invece costituire un’opportunità aggiuntiva per i lavoratori del Gruppo Poste Italiane, attraverso la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA).

Legge di Bilancio 2024: le novità su lavoro e previdenza

La Legge n. 2013/2023, o Legge di Bilancio 2024, introduce una serie di novità sia sul fronte del lavoro, sia su quello delle pensioni.

Per quanto concerne le previsioni che impattano sul mercato del lavoro, segnaliamo:

  • il taglio al cuneo fiscale, cioè il differenziale tra quanto l’impresa spende per il lavoratore e lo stipendio netto percepito, con una riduzione del 6/7% sulla base dello stipendio mensile del lavoratore;
  • l’innalzamento della soglia della detassazione dei fringe benefit, cioè della parte della retribuzione versata ai lavoratori sotto forma di beni e servizi, che prevede un tetto massimo pari a 1.000 euro per tutti e a 2.000 euro per i lavoratori con figli;
  • la proroga di un anno dell’aliquota del 5% (anziché 10%) per l’imposta sostitutiva sui premi di risultato e sulle somme erogate a titolo di partecipazione agli utili;
  • il congedo parentale di due mesi all’80% della retribuzione, anziché al 30%;
  • l’esonero dei contributi a carico delle lavoratrici dipendenti, nel caso abbiano tre o più figli e l’ultimo figlio sia ancora minorenne. Per il 2024 tale esonero è esteso, in via sperimentale, anche alle lavoratrici con almeno due figli, fino al compimento del 10° anno di età del figlio minore.

Vediamo, ora, quali sono i temi toccati dalle novità in materia di previdenza, che analizzeremo nel dettaglio nel prossimo paragrafo:

  • quota 103;
  • APE sociale;
  • opzione donna;
  • pensione di vecchiaia;
  • pensione anticipata.

Per il dettaglio di tutti i provvedimenti dedicati a lavoro, previdenza e famiglie, invitiamo a consultare la pagina dedicata sul sito del Ministero del Lavoro

Andare in pensione in anticipo nel 2024: tutte le opportunità

Vediamo, nel dettaglio, i provvedimenti a tema previdenziale, misura per misura, per valutare quali sono le opportunità di anticipo della pensione nel 2024.

1. Pensione di vecchiaia

Per andare in pensione di vecchiaia a 67 anni, con almeno 20 anni di anzianità contributiva, occorre rispettare anche un requisito legato all’assegno pensionistico: l’importo lordo mensile della pensione deve essere almeno pari all’importo dell’assegno sociale (prima il limite era fissato a 1,5, dunque assegno sociale maggiorato del 50%). Per il 2024 questo importo è fissato a € 534,41 mensili.

2. Pensione anticipata contributiva

Questo provvedimento riguarda i lavoratori che risultano privi di versamenti anteriori al 1996, i cosiddetti “contributivi puri”.

Il diritto alla pensione anticipata a 64 anni, con almeno 20 anni di anzianità contributiva, scatta se l’importo lordo mensile della pensione è pari almeno a:

  • 3 volte l’importo dell’assegno sociale (precedentemente, 2,8 volte);
  • 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale, per le donne con un figlio;
  • 2,6 volte l’importo dell’assegno sociale, per le donne con due o più figli.

3. APE sociale

La Legge di Bilancio 2024 conferma l’APE sociale, ovvero la possibilità di andare in pensione in anticipo per disoccupati, caregiver di familiari con disabilità, persone con un’invalidità pari ad almeno il 74%, soggetti che svolgono lavori gravosi (operai edili, autisti di mezzi pesanti, infermieri ospedalieri, ecc.).

L’età minima per l’accesso passa però da 63 anni a 65 anni e 5 mesi, con 30 anni di contributi, a eccezione dei lavoratori che svolgono mansioni gravose, per i quali il requisito contributivo sale a 36 anni.

4. Opzione Donna

Per il 2024 è stato innalzato di un anno il requisito anagrafico per l’accesso a Opzione Donna, passando da 60 anni di età a 61. Per le donne con almeno un figlio l’età minima è fissata a 60 anni e per quelle con almeno due figli a 59. Per accedere a Opzione Donna sono inoltre necessari 35 anni di contributi.

5. Quota 103

Confermata anche la cosiddetta Quota 103, che consente di andare in pensione a 62 anni di età anagrafica e con 41 anni di contributi versati, sebbene siano state introdotte delle restrizioni:

  • calcolo interamente contributivo dell’assegno;
  • importo dell’assegno erogabile in misura pari a massimo 4 volte il trattamento minimo INPS (fino al conseguimento della pensione di vecchiaia);
  • finestra di 7 mesi per i lavoratori privati e di 9 mesi per i lavoratori del settore pubblico, mentre prima le finestre erano fissate rispettivamente a 3 e 6 mesi.

Dunque, le strade per anticipare il ritiro definitivo dal lavoro si assottigliano, anche per far fronte al crescente calo demografico del nostro Paese che mette in crisi il sistema previdenziale pubblico, fondato sul criterio di ripartizione, cioè sull’utilizzo dei contributi dei lavoratori attivi per pagare le pensioni.

Pensione anticipata con Fondoposte: quali opportunità?

Per i lavoratori del Gruppo Poste Italiane, Fondoposte rappresenta uno strumento concreto per migliorare le prospettive future poiché permette, una volta in pensione, di ottenere un capitale che va a integrare l’assegno della pensione pubblica.

Al verificarsi di determinate condizioni, inoltre, Fondoposte consente di accedere a una serie di benefici anche prima del pensionamento, tra i quali figura la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA).

Si tratta della possibilità di richiedere, in presenza di determinati requisiti, l’erogazione frazionata della posizione accumulata presso il Fondo fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Chi aderisce a Fondoposte può fare richiesta della RITA al verificarsi delle seguenti condizioni:

  • cessazione dell’attività lavorativa;
  • anzianità contributiva di almeno 20 anni, con riferimento ai contributi versati alla previdenza obbligatoria (INPS o casse professionali);
  • età per la pensione di vecchiaia da raggiungere entro i 5 anni successivi la cessazione dell’attività lavorativa;
  • partecipazione a qualsiasi forma di previdenza complementare da almeno 5 anni.

Alla RITA possono accedere anche gli aderenti che siano disoccupati da più di 24 mesi, a cui manchino non più di 10 anni dalla pensione di vecchiaia.

Per approfondire tutti gli aspetti legati a questa opportunità, invitiamo a leggere il nostro articolo Cos'è la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA)?.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.

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