Scegliere di destinare il TFR a Fondoposte permette di accedere a una serie di interessanti benefici che è bene conoscere e approfondire, in modo da giungere a una decisione finale articolata e informata.
In effetti, il conferimento del TFR al Fondo non ha effetti solo sulla costruzione della propria pensione integrativa, obiettivo primario per chi decide di aderire alla previdenza complementare, ma porta con sé anche una serie di vantaggi di natura finanziaria e fiscale.
Approfondiamo insieme e analizziamo i principali 5 motivi per destinare il TFR a Fondoposte.
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1. TFR a Fondoposte per il progetto di pensione integrativa
Come accennato, l’obiettivo primario dell’adesione a un fondo pensione negoziale come Fondoposte è, ovviamente, accumulare delle risorse che andranno a comporre la pensione integrativa, ovvero una somma - che vada ad affiancare la pensione pubblica - sempre più importante per tutelare il proprio tenore di vita dopo il pensionamento.
Conferire il TFR a Fondoposte già da subito, idealmente fin dal primo impiego, consente di sfruttare un orizzonte temporale lungo durante il quale far crescere il capitale e, di conseguenza, la rendita generata.
A tal proposito, è bene ricordare che, al momento dell’assunzione, il lavoratore ha 6 mesi di tempo per comunicare la propria scelta circa la destinazione del TFR, valutando due opzioni: lasciarlo in azienda o destinarlo al Fondo.
In assenza di una indicazione attiva, la cosiddetta adesione esplicita, il trattamento di fine rapporto confluirà ugualmente a Fondoposte mediante il meccanismo del silenzio-assenso (adesione tacita), senza però beneficiare, in tal caso, dell’ulteriore contributo versato dall’azienda previsto solo per gli aderenti “espliciti”.
Se si intende destinare il TFR al proprio fondo pensione di categoria, quindi, è consigliabile farlo da subito, in modo da sfruttare un asset di primaria importanza quando si parla di investimenti finanziari: il tempo.
Per approfondire questo tema, invitiamo a leggere il nostro articolo Fondo pensione e giovani: perché aderire fin da subito?.
2. TFR a Fondoposte e rendimenti nel lungo periodo
Un altro buon motivo per decidere di destinare il TFR a Fondoposte è relativo ai rendimenti, ovvero la capacità della gestione finanziaria di generare dei guadagni attraverso l’investimento delle risorse da parte del fondo stesso.
Semplificando al massimo, il denaro che il lavoratore versa nel Fondo viene investito sui mercati finanziari - con modalità diversa a seconda del comparto scelto e nel rispetto del Documento sulla politica di investimento - al fine di produrre un rendimento, che andrà poi ad aggiungersi al montante accumulato nella propria posizione individuale.
Ma perché conviene conferire il TFR al fondo pensione invece di lasciarlo in azienda?
Mentre per il TFR lasciato in azienda è prevista una rivalutazione annua che si basa sull’andamento dell’inflazione, nel dettaglio il 75% del tasso di inflazione più l’1,5% fisso, il TFR conferito a Fondoposte può generare dei rendimenti legati alla gestione finanziaria del fondo.
E conviene? La convenienza dell’adesione a un fondo pensione negoziale va valutata nel lungo periodo. Anche allargando il campo di analisi a un orizzonte temporale lungo, nello specifico 10 anni, possiamo vedere che il rendimento medio annuo conseguito dal comparto Bilanciato di Fondoposte è stati pari al +3,27%, comunque superiore alla rivalutazione del TFR, che, per lo stesso periodo, è stata pari al 2,41%.
3. Trattamento fiscale favorevole
Un terzo motivo per destinare il TFR a Fondoposte è da individuare nel trattamento fiscale di favore a esso applicato, che risulta decisamente più vantaggioso rispetto a quello previsto per il trattamento di fine rapporto lasciato in azienda.
In effetti, mentre a quest’ultimo si applica una tassazione separata con aliquota minima pari al 23%, sulla pensione integrativa riconosciuta da Fondoposte l’imposta sostitutiva si determina applicando un’aliquota massima del 15%, che si riduce dello 0,30% per ciascun anno di permanenza oltre il quindicesimo, fino a giungere a un’aliquota minima pari al 9%.
Quindi, più tempo si aderisce al Fondo e maggiore sarà il risparmio fiscale rispetto a chi sceglie di lasciare il TFR in azienda.
Per comprendere quanto sia notevole il risparmio in termini meramente economico, possiamo fare un esempio pratico, considerando un TFR pari a 50.000 euro:
- TFR in azienda: l’imposta ammonterebbe almeno a 11.500 euro (23%), con il regime fiscale attualmente in vigore;
- TFR in Fondoposte: l’imposta ammonterebbe al massimo a 7.500 euro (15%), ma potrebbe scendere addirittura a € 4.500 (9%).
Insomma, nello scenario “meno conveniente”, si avrebbe comunque un risparmio di 4.000 euro, mentre in quello migliore si andrebbe a pagare meno della metà.
Per approfondire, invitiamo a leggere la nostra guida Quali sono i vantaggi fiscali di un fondo pensione.
4. Anticipo TFR più flessibile
Il quarto motivo per destinare il proprio TFR a Fondoposte consiste nelle regole applicate agli anticipi, anche in questo caso più convenienti e flessibili rispetto a quanto accade lasciando il TFR in azienda.
Infatti, gli aderenti a Fondoposte possono richiedere un’anticipazione nelle seguenti circostanze:
- spese mediche per gravi problemi di salute: l’importo può arrivare fino al 75% della posizione maturata, indipendentemente dal tempo di permanenza nel Fondo;
- spese per l’acquisto e/o la ristrutturazione della prima casa, per sé o per i propri figli: si può richiedere un importo massimo del 75%, a condizione che il richiedente sia iscritto a una forma di previdenza complementare da più di 8 anni;
- ulteriori esigenze, senza la necessità di documentazione giustificativa: nella misura massima del 30%, ma soltanto in caso di permanenza in una forma di previdenza complementare da almeno 8 anni.
Per quanto riguarda, invece, il TFR lasciato in azienda, il lavoratore può comunque richiedere delle anticipazioni, ma con regole più restrittive:
- anticipo per esigenze non documentate: in questi casi, questa forma di anticipazione non è ammessa;
- altre forme di anticipazione (spese mediche e acquisto/ristrutturazione casa): sono riconosciute fino a un importo massimo del 70%;
- limite annuo aziendale: il datore di lavoro deve rispettare un limite annuo per la concessione degli anticipi sul TFR per prima casa o spese mediche, pari al 10% degli aventi diritto e al 4% della forza lavoro. Questo vuol dire che il lavoratore potrebbe anche non accedere al beneficio nel momento di necessità, per via del superamento di detti limiti.
Per approfondire, invitiamo a leggere il nostro approfondimento Anticipo Fondoposte: quali sono le opzioni disponibili.
5. Maggiore educazione finanziaria
Infine, riteniamo importante sottolineare un dato, che rientra a pieno titolo nelle principali ragioni per destinare il TFR a un fondo pensione come Fondoposte: l’educazione finanziaria e previdenziale. Sebbene nel nostro Paese il livello di conoscenza in materia sia piuttosto basso, si registra una maggior consapevolezza proprio tra gli aderenti alla previdenza complementare.
È quanto emerso dal Rapporto Edufin 2023, nel quale si può leggere che soltanto il 50% degli intervistati dichiara di conoscere i concetti base delle materie pensionistiche, mentre il 44,3% del campione mostra di possedere un livello elevato delle conoscenze finanziarie di base, percentuale che sale al 58% proprio tra coloro che hanno aderito alla previdenza complementare.
Insomma, aderire a un fondo pensione negoziale aumenta anche il grado di conoscenza e consapevolezza finanziaria e previdenziale, che si traduce a sua volta in scelte più consapevoli e in una gestione più oculata dei propri risparmi.
Conclusioni
Pensione integrativa, rendimenti, tassazione agevolata, flessibilità negli anticipi e competenze finanziarie potenziate: questi sono i 5 motivi principali che dovrebbero spingere un lavoratore o una lavoratrice ad aderire a Fondoposte, destinandovi il proprio trattamento di fine rapporto.
Invitiamo, infine, a consultare anche la nostra guida Come scegliere dove destinare il TFR.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.