Cosa sono i contributi non dedotti a Fondoposte?

Cosa sono i contributi non dedotti a Fondoposte
Cosa sono i contributi non dedotti a Fondoposte

La deduzione dei contributi versati a Fondoposte è uno degli importanti benefici fiscali riconosciuti a chi sceglie di aderire al Fondo.

In questo articolo vedremo in primo luogo come funziona la deduzione e quali sono i limiti di legge previsti per ottenere questo vantaggio. Ma che cosa accade nel caso in cui i contributi versati nel corso dell’anno superino i limiti di deducibilità?

I cosiddetti contributi non dedotti preservano il diritto all’esenzione, ma questo, come vedremo, viene posticipato al momento dell’erogazione della prestazione pensionistica integrativa.

Tuttavia, per ottenere l’esenzione fiscale i contributi versati in eccedenza al limite di deducibilità devono essere comunicati annualmente a Fondoposte. Scopriremo quindi qual è la procedura da seguire per trarre il massimo beneficio fiscale dalla propria contribuzione.

Come funziona la deduzione dei contributi a Fondoposte?

L’ordinamento italiano riconosce una serie di benefici fiscali per coloro che scelgono di aderire a una forma di previdenza complementare e, nello specifico, a un fondo pensione negoziale come Fondoposte, con l’obiettivo di incentivare lavoratrici e lavoratori a perseguire l’obiettivo di costruire una pensione integrativa rispetto a quella pubblica.

Tra queste opportunità, una delle più rilevanti è la possibilità di dedurre fiscalmente i contributi versati nel corso dell’anno. In sostanza, i versamenti effettuati vengono sottratti al reddito imponibile, riducendone l’importo e contraendo il valore dell’IRPEF da versare al Fisco.

Tuttavia, la deduzione fiscale è applicabile entro un limite massimo annuo che ammonta a 5.164,57 euro. Al raggiungimento di questa soglia contribuiscono i seguenti versamenti:

  • contributi a carico del lavoratore;
  • contributi a carico del datore di lavoro;
  • contributi del lavoratore versati una tantum.

Dal calcolo è dunque escluso il solo TFR, poiché a esso si applicano norme fiscali specifiche.

I contributi trattenuti in busta paga e versati al Fondo, tramite il proprio datore di lavoro, comprensivi sia della quota a carico del lavoratore che di quella a carico dell’azienda, che non superano il limite di 5.164,57 euro, sono dedotti automaticamente dal datore di lavoro e non occorre comunicarli al Fondo.

Attenzione: l’importo dei contributi non dedotti da comunicare al Fondo è quello riportato nella dichiarazione dei redditi predisposta dal CAF o dal consulente fiscale dell’aderente.

Per approfondire, invitiamo a consultare la nostra Guida alla deducibilità del fondo pensione in fase di dichiarazione.

Cosa succede ai contributi versati a Fondoposte che eccedono il limite annuo di deduzione?

Cosa accade se, nel corso dell’anno, l’aderente ha versato a Fondoposte contributi per un importo superiore al limite annuo di 5.164,57 euro?

In questo caso parliamo dei cosiddetti contributi non dedotti, per i quali è prevista una deduzione posticipata, contestuale all’erogazione della prestazione pensionistica.

In sostanza, al momento della riscossione della pensione integrativa Fondoposte sottoporrà a tassazione il montante accumulato, applicando un’aliquota compresa tra il 9 e il 15%, al netto degli importi non dedotti nel corso degli anni. Dunque, l’aderente non pagherà le imposte sui versamenti eccedenti il limite annuo di 5.164,57.

Ma attenzione! Affinché questo accada, l’aderente deve necessariamente comunicare a Fondoposte i contributi non dedotti nel corso degli anni entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello dei versamenti.

Perché è importante comunicare a Fondoposte i contributi non dedotti e come farlo

La mancata comunicazione a Fondoposte dei contributi non dedotti non consente all’aderente di beneficiare dei vantaggi fiscali previsti dalla normativa.

Per chiarire meglio, se l’aderente comunica annualmente l’importo dei contributi non dedotti, in fase di prestazione tali importi non saranno oggetto di ulteriore tassazione. In sostanza, otterrà una pensione integrativa più consistente rispetto a chi non dovesse effettuare tale comunicazione, perché parte del montante accumulato non sarà soggetto a tassazione.

Dunque, il beneficio dell’esenzione da imposte sui contributi versati di periodo in periodo permane anche nel caso questi eccedano il limite annuale di 5.164,57 euro, ma è posticipato al momento della prestazione.

Tuttavia, se l’aderente non dovesse comunicare annualmente al Fondo gli importi non dedotti, non potrebbe godere di tale opportunità.

Vediamo ora in che modo procedere per beneficiare di questa opportunità in Fondoposte.

Accedendo all’Area Riservata del sito di Fondoposte, l’aderente potrà comunicare, nell’apposita sezione “Contribuzione”, l’importo che non è stato/non sarà portato in deduzione in sede di dichiarazione dei redditi per l’anno di riferimento in quanto eccedente la quota di deducibilità annua prevista dalla normativa di 5.164,57 euro.

La comunicazione va effettuata entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è stato effettuato il versamento; quindi, per i contributi versati nel 2023 la scadenza è fissata al 31 dicembre 2024, e così via.

Si tratta di una procedura molto semplice, da inserire nel proprio scadenzario degli adempimenti fiscali, in modo da non perdere il beneficio per una piccola dimenticanza.

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.

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