La risposta immediata a questa domanda è: sì, è possibile restare nel fondo pensione anche dopo aver raggiunto i requisiti per l’accesso alla pensione pubblica. Dunque, i pensionati possono restare in Fondoposte e per loro non è obbligatorio richiedere immediatamente la pensione integrativa.
In questo articolo vedremo nel dettaglio perché la scelta di restare nel Fondo anche dopo il pensionamento può rivelarsi particolarmente vantaggiosa.
Innanzitutto, scopriremo che si può continuare a contribuire a Fondoposte dopo la pensione e vedremo quali sono i vantaggi legati alla contribuzione volontaria.
Poi, analizzeremo che cosa accade nel caso in cui si resti nel Fondo seppure in assenza di ulteriore contribuzione e quali sono i relativi benefici.
Infine, analizzeremo le motivazioni fiscali per cui potrebbe essere utile rinviare il momento della richiesta della prestazione pensionistica e i benefici, in termini di costi, riservati a chi aderisce e resta in un fondo negoziale come Fondoposte.
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Restare in Fondoposte dopo la pensione: contributi
Il Fondo pensione consente all’aderente di usufruire, una volta raggiunto il pensionamento, delle prestazioni pensionistiche previste dalla normativa o, in alternativa, di lasciare quanto accumulato.
Una volta raggiunti i requisiti anagrafici e/o contributivi per accedere al pensionamento pubblico, infatti, l’aderente a Fondoposte può decidere se:
- richiedere il montante fino a quel momento accumulato sulla propria posizione individuale, sotto forma di capitale e/o di rendita;
- restare nel fondo pensione rinviando il momento della richiesta della prestazione pensionistica e mantenendo la posizione investita nel comparto scelto.
Se si sceglie questa seconda opzione, è anche possibile continuare a contribuire versando i propri risparmi. Infatti, se viene meno la contribuzione mensile legata allo stipendio, l’aderente può comunque versare i cosiddetti contributi volontari, ovvero quei versamenti che possono essere fatti in qualsiasi momento, con l’obiettivo di incrementare la posizione individuale accumulata e di destinare una quota dei propri risparmi ai propri obiettivi previdenziali.
Come vedremo, continuare a versare i propri contributi consente di sfruttare il beneficio fiscale destinato a questa forma di risparmio, ovvero la deducibilità fiscale annua dei contributi versati fino a un massimo di 5.164,57 euro.
Dunque, i contributi versati vanno ad abbattere annualmente il reddito imponibile, consentendo al contribuente di ridurre l’IRPEF da pagare.
Leggi anche il nostro approfondimento Come effettuare contributi volontari a Fondoposte.
Restare in Fondoposte dopo la pensione: capitale
L’aderente, in alternativa, può scegliere di restare in Fondoposte anche in assenza di ulteriore contribuzione. Cosa accade in questo caso?
La posizione individuale resta in capo a Fondoposte e, a seconda del comparto di investimento scelto, continuerà a essere valorizzata sulla base dei rendimenti realizzati anno dopo anno, al netto di costi e imposte.
Anche in questo caso l’aderente potrà continuare a beneficiare degli sgravi fiscali previsti sui rendimenti, che rendono gli investimenti in un fondo pensione negoziale come Fondoposte particolarmente interessanti.
Infatti, sui rendimenti si applica una tassazione di favore, pari al 12,5% su quelli derivanti da Titoli di Stato e al 20% su quelli derivanti da qualsiasi altra tipologia di investimento. Basti pensare che, al netto dei Titoli di Stato che scontano sempre una tassazione del 12,5%, su tutte le altre tipologie di rendimento l’imposta è di norma pari al 26% degli importi guadagnati.
Dunque restare in Fondoposte, pur in assenza di ulteriore contribuzione, consente di:
- mantenere il capitale investito, con l’opportunità di accrescerne l’importo;
- continuare a godere di un trattamento fiscale di favore.
Si tratta di valutazioni importanti da fare prima di procedere con la richiesta della prestazione finale.
Vantaggi per chi resta in Fondoposte dopo la pensione
Come visto, restare in Fondoposte anche dopo il pensionamento consente di accedere a una serie di opportunità, finanziarie e fiscali.
Abbiamo già analizzato i vantaggi relativi alla deduzione fiscale dei contributi versati annualmente e all’aliquota di favore applicata al prelievo fiscale sui rendimenti, ma esiste un altro beneficio che può portare alla scelta di restare nel fondo pensione anche dopo il congedo definitivo dal mercato del lavoro: l’abbattimento dell’aliquota fiscale sulla pensione integrativa.
Alla prestazione finale del Fondo, infatti, si applica un’aliquota del 15%, che si riduce dello 0,30% per ciascun anno di permanenza oltre il quindicesimo.
Dunque, restare in Fondoposte dopo la pensione consente all’aderente, che al momento del pensionamento è prossimo al quindicesimo anno di iscrizione alla previdenza complementare, di ridurre, una volta raggiunto il periodo di permanenza appena richiamato, anno dopo anno l’aliquota da applicare alla pensione integrativa, traendone un altro importante beneficio finanziario.
È bene ricordare agli aderenti, prossimi al pensionamento e che intendono mantenere la posizione investita nel Fondo, di valutare la scelta del comparto considerando che, in prossimità del pensionamento, sarebbe opportuno trasferire la posizione nel comparto con un profilo di rischio più contenuto.
Infine, occorre ricordare che Fondoposte è un fondo pensione negoziale istituito senza scopo di lucro e che opera nell’esclusivo interesse degli aderenti. Questo incide sui costi dell’investimento previdenziale degli aderenti, che sono molto più contenuti rispetto ad altre forme di investimento previdenziale.
Leggi anche il nostro approfondimento Quali sono i vantaggi fiscali di un fondo pensione
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.